23 novembre, 2007

Tragedia a Fano(più dettagliata)

Ho trovato questo articolo molto più dettagliato sulla vicenda.

MONTEPORZIO (PESARO URBINO) - Non sopportava più la sofferenza della sua unica figlia resa disabile dalla sindrome di Les, il 'lupus eritematoso sistemico', che si era manifestata quando la bambina aveva quattro anni. Ora, a soli 22 anni, era costretta ormai a letto. Così, Silvana Anselmi, 50 anni, ha atteso che il marito Sandro Servadio, un agricoltore di 57 anni, uscisse da casa e ha accoltellato alla gola la ragazza per poi tentare il suicidio.

Il dramma si è consumato fra le 7 e le 11, periodo in cui Servadio è stato fuori casa, in un casolare ristrutturato di Monteporzio. Sara, la vittima, era debilitata dal lupus, una malattia - di cui non si conoscono ancora bene le cause - in cui numerosi tessuti e cellule vengono danneggiati a opera di anticorpi e immunocomplessi di origine patologica. La ragazza dipendeva in tutto dalla madre. Il suo corpo era quello di una bambina di 7 anni, sviluppatosi peraltro in modo squilibrato. La malattia, però, non aveva intaccato le sue facoltà mentali: si era diplomata all'istituto commerciale di Fano, e poi aveva lavorato al centralino del Comune con una borsa lavoro, ma a causa di un peggioramento delle sue condizioni aveva dovuto smettere da un anno. Del tutto non autosufficiente e inchiodata su una sedia a rotelle, non poteva neppure stare a contatto con altre persone a causa delle sue deficienze immunitarie. Ma nonostante i suoi handicap fisici, ricorda il sindaco del piccolo centro (2.700 abitanti) Attilio Patrignani, era bravissima al computer ("le piaceva essere utile"), lucidamente consapevole delle sue limitazioni e "probabilmente soffriva tantissimo". "Il suo sogno - ricorda Patrignani - era lavorare in banca".

La zia paterna della ragazza, Marisa Servadio, era andata come al solito a trovarla, e non aveva notato nulla di insolito nella cognata. Ma questa mattina la Anselmi, che probabilmente soffriva di crisi depressive, ha atteso che il marito uscisse e poi ha vibrato un fendente alla gola della ragazza, uccidendola forse nel sonno o cercando prima di soffocarla. Sarà l'autopsia a stabilire le cause della morte, che su un piano investigativo non presenta lati oscuri. Silvana Anselmi, ritrovata dal marito riversa a terra accanto al letto di Sara, con ferite al collo, ai polsi e all'addome, avrebbe ammesso la sua colpa. Ora è piantonata in ospedale a Fano, in condizioni critiche ma non in pericolo di vita. Per lei, l'accusa è di omicidio volontario.

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